Il calendario propone, ogni quattro anni – come dodici mesi fa – il mese di febbraio bisestile: ecco qual è il vero motivo
Per molti di noi, il trascorrere dei giorni è scandito dall’inseparabile calendario che c’è nelle case di tutti, in almeno una delle stanze. Uno strumento utilissimo per prendere nota di appuntamenti, scadenze e quant’altro.
Nel calendario, come sappiamo, c’è una particolarità che si verifica ogni quattro anni. Vale a dire, quella dell’anno bisestile, con il mese di febbraio che presenta un giorno in più rispetto al solito, allungando la sua durata a 29 giorni. Ma forse, in parecchi non hanno mai saputo veramente come mai sia stata apportata questa modifica al calendario. Ebbene, ora ve lo spieghiamo brevemente.
Il tutto è dovuto alla necessità di colmare la discrepanza tra l’anno civile e l’anno solare, vale a dire il periodo esatto che ci impiega la Terra a compiere una orbita completa attorno al Sole.
Infatti, l’anno solare non dura con esattezza 365 giorni. Bensì, circa 365,2422 giorni. Va da sé che ogni anno, quindi, si accumula in tal senso un ritardo di 0,2422 giorni. Se questo ritardo non venisse colmato, alla lunga si avrebbe uno spostamento in avanti delle stagioni rispetto alle date stesse del calendario. Ecco dunque perché ogni quattro anni si inserisce un giorno in più nel calendario, per recuperare questa discrepanza.
La scelta del mese di febbraio per effettuare questo particolare ‘recupero’ nasce dai tempi dell’Impero Romano. In origine, il calendario pensato da Romolo aveva 10 mesi, da marzo a dicembre, per un totale di 304 giorni. I mesi di gennaio e febbraio sarebbero poi stati aggiunti da Numa Pompilio, portando l’anno a 355 giorni. Per allineare il calendario con l’anno solare, si procedeva quindi ad aggiungere, di quando in quando, il Mensis Intercalaris.
Con Giulio Cesare sarebbe stato predisposto il calendario giuliano da 365 giorni con un giorno extra ogni quattro anni. A quel punto, la scelta ricadde sul mese di febbraio perché era quello già sottoposto a diverse modifiche. La riforma conclusiva del calendario, per avere il massimo della precisione, avvenne quindi con il calendario gregoriano predisposto da Papa Gregorio XIII nel 1582, arrivato fino ai giorni nostri.
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